Il nutrizionista infantile: un professionista per la salute del tuo bambino

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Se hai problemi con l’alimentazione del tuo bambino, il pediatra ti ha fornito solo delle linee guida che non riesci ad applicare e non sai a chi rivolgerti, questo è l’articolo che fa per te.

Comprendo bene quanta apprensione ci possa essere per quel che riguarda la nutrizione del tuo bambino. Questo perché di certo vorresti che non gli mancasse nulla sia per la sua crescita che per vederlo felice e sorridente ogni qual volta mangia qualcosa che gli piace.

Magari ti stai proprio chiedendo se il pediatra può davvero aiutarti a capire quale sia l’alimentazione migliore per lui e penso che questo riguardi tutti i genitori, a maggior ragione se il tuo bimbo dovesse soffrire di problematiche specifiche come inappetenza, intolleranze, allergie oppure obesità infantile.

Ecco che, in questo caso rivolgerti ad un professionista che si occupa di nutrizione pediatrica può davvero fare la differenza.

Il biologo nutrizionista e la nutrizione pediatrica

Vediamo di fare un esempio che possa farti fare un confronto con l’adulto. Rivolgendoti ad un pediatra che non ha proseguito i suoi studi con dei corsi di perfezionamento post laurea in alimentazione in età pediatrica, è un po’ come se tu ti rivolgessi al tuo medico di famiglia per fare una dieta. Non è un “pediatra nutrizionista”.

Riceveresti delle indicazioni generali che sicuramente possono aiutarti ad evitare comportamenti scorretti ma per ottenere un piano alimentare personalizzato dovresti di certo rivolgerti al professionista specifico, come per esempio il biologo nutrizionista che si occupa di nutrizione infantile.

Il pediatra, infatti, suggerendoti quella che potrebbe essere  una nutrizione adeguata al tuo bambino, mira principalmente al mantenimento della sua salute ed alla prevenzione delle malattie. 

Per raggiungere questo obiettivo, è ovviamente doveroso estendere le indicazioni ricevute anche all’intera famiglia, al fine di ottenere un reale cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari da consolidare nel tempo.

Pediatra-vs-biologo-nutrizionista

Se la famiglia ha delle abitudini non propriamente salutari, come potrebbe il bambino acquisire comportamenti alimentari consoni?

Ed ecco allora spiegata la differenza tra il pediatra e il biologo nutrizionista “pediatrico”, una figura professionale che si è via via formata approfondendo la dietologia pediatrica e che ha il compito di:

  • fornire le giuste indicazioni nutrizionali per il bambino, sia esso in salute o in condizioni di patologie diagnosticate e nelle diverse fasce di età,
  • di trasmettere ai genitori le strategie che possano agevolare l’organizzazione per la preparazione di gustosi pasti “comuni” anche al resto della famiglia con lo scopo di raggiungere una maggiore consapevolezza su quale sia la corretta alimentazione in casa.

Ma anche in questo caso, non tutti i biologi nutrizionisti hanno un’adeguata preparazione in materia.

Infatti, ad oggi sono poche le Università in grado di formare un biologo nutrizionista che si occupa di alimentazione pediatrica e in cui, quindi, si sostengono esami sulla materia. 

Solitamente è lo studente a scegliere di frequentare corsi inerenti l’alimentazione pediatrica al fine di espandere i propri interessi scientifici e culturali e conseguire i crediti necessari alla discussione della tesi di laurea. Per questo può succedere che si scelga di approfondire un aspetto diverso da quello pediatrico e uscire dall’Università senza mai aver sentito parlare di alimentazione nelle diverse fasce di età.

Alcune Università (ti cito a titolo esemplificativo il piano formativo dell’Università degli studi di Milano) mettono a disposizione la possibilità di sostenere degli esami a scelta sull’alimentazione pediatrica. Si tratta però, nel caso dell’esempio, di un corso non previsto nel piano di studi obbligatorio dello studente, di soli 4 Crediti Formativi (ovvero con un impegno di 32 ore dedicate).
Di certo questo è un tempo non adatto a fornire una formazione a tutto tondo in materia; è una “infarinatura” che permette di far capire allo studente se l’argomento è di interesse. Da lì in poi,  dovrà iniziare un percorso di formazione indirizzato dallo studente/professionista nel corso dei suoi studi post laurea e nel corso della sua carriera.

Nella maggior parte dei casi, quindi, è solo dopo la Laurea che è possibile approfondire il campo della nutrizione pediatrica attraverso lo studio di pubblicazioni scientifiche nelle banche dati di maggior rilievo scientifico, corsi accreditati e non al fine di diventare un massimo esperto nel campo.

Fare questo, però, richiede molto tempo a disposizione e quindi spesso il biologo nutrizionista che voglia approfondire la dietologia pediatrica si trova di fronte ad una scelta: investire tempo nella formazione o dedicarsi al lavoro?

Ecco perché, dopo anni a cercare di destreggiarmi tra lavoro e studio, ho deciso di fondare uno studio professionale in cui potessero collaborare diverse figure. Come sempre “l’unione fa la forza”. 

Insieme siamo in grado di studiare, e poi elaborare piani alimentari specifici, per le diverse esigenze riuscendo in questo modo a stare al passo con le nuove scoperte scientifiche che continuamente vengono pubblicate.

È proprio attraverso questa continua analisi e ricerca che mi sono reso conto di quanto sia importante, per te genitore, ricevere delle indicazioni differenti e personalizzate in base alla crescita del tuo bambino. I fabbisogni cambiano in funzione dell’età.

Alimentazione infantile, entriamo nel dettaglio

Fabbisogni-nutrizionali-bambino_Blog_Nutrizionista.bio

Ora, leggendo queste prime righe forse ti sarai chiesta: fino a che età si può parlare di “dietologia infantile”?

Cerco di risponderti subito: devi sapere che si parla di dietologia per bambini fino ai 14 anni circa d’età e c’è un motivo! 

Questo è dovuto al fatto che, da quell’età in poi, il metabolismo diviene sotto molti aspetti simile a quello dell’adulto.

Ma dalla nascita fino ai 14 anni si attraversano delle fasi molto delicate e importanti. L’organismo, infatti, subisce una trasformazione strutturale molto veloce con periodi in cui il tuo bambino può crescere anche di 10 cm in un anno! 

È quindi chiaro che questo, oltre all’allungamento delle ossa, comporta anche un aumento della massa muscolare, degli organi e del tessuto adiposo.

Se alla base di questo processo non ci fosse una buona alimentazione come sarebbe la composizione corporea del tuo bambino?

Durante la crescita, lattanti, bambini e adolescenti hanno diverse esigenze. È quindi importantissimo affrontare le diverse fasi che vanno dallo svezzamento all’alimentazione dell’adolescente, in maniera corretta.

Dalla-pancia-alla-scuola

Allattamento

Ma partiamo dal principio: per almeno i primi 6 mesi di vita del bambino, la sua alimentazione è affidata completamente al latte materno che contiene tutto quello che serve per una crescita ottimale.

Ma se una mamma non può allattare che si fa?

Può succedere, infatti, che il pediatra per svariati motivi legati allo stato di salute della mamma o al lento accrescimento del bambino, consigli alla neo mamma di integrare temporaneamente o esclusivamente il latte materno con il latte in formula. Ecco che iniziano una serie di timori e domande di cui una mamma si sente investita … “qual è il latte in formula adatto al mio bambino?”, “quali sono le differenze tra latte in formula liquido e in polvere”, “con il latte in formula cosa potrebbe venire a mancare al mio bambino?”, “potrò tornare ad allattare il mio bambino?”, “come faccio ad evitare di produrre meno latte se devo temporaneamente dare un’aggiunta di latte in formula?”

E dopo questi primi intensi mesi di allattamento, che fare? Di cosa avrà bisogno il tuo bambino?

Svezzamento o divezzamento

Di norma, viene indicato che dopo i 6 mesi del bambino si può cominciare con lo svezzamento, ovvero il bambino può iniziare a mangiare altri alimenti che lo porteranno ad assumere via via nuove sostanze nutritive indispensabili per la sua futura alimentazione.

Tieni presente che i fabbisogni nutrizionali durante lo svezzamento cambiano: l’alimentazione a 6 mesi sarà quindi diversa rispetto  all’alimentazione a 16 mesi.

In ogni caso, comunque, il latte materno rimane l’alimento principale per tutto il primo anno di vita.

Vediamo insieme i dubbi più presenti nelle mamme arrivate a questa fase con i loro bimbi: “per tutti i bambini si può iniziare lo svezzamento dopo 6 mesi?”, “per qualcuno è meglio un po’ più tardi?”, “qual è lo svezzamento migliore?”, “svezzamento tradizionale, autosvezzamento, che differenza c’è?”

Il Ministero della Salute, ha approfondito l’argomento riportando le opinioni delle più influenti Organizzazioni internazionali che si occupano di svezzamento.

In fondo, anche la comunità scientifica ha attraversato una lunga fase di elaborazione e valutazione passando dalle pappe, creme di riso o di mais e tapioca, di cui tutti abbiamo sicuramente memoria, ed ancora oggi consigliate da alcuni pediatri come alimenti migliori, prima di arrivare a stilare le linee guida attuali dello svezzamento.

Insomma, si inizia a dover capire quali sono le informazioni corrette e chi te le può fornire e vieni sicuramente assalita da quella sensazione di incertezza… “Sto facendo la cosa giusta?”

Quanto ti capisco! Soprattutto so che perdere anche solo qualche mese a capire cos’è la cosa giusta da fare, comporta di certo aver perso l’opportunità di farla davvero.

Bene! Ora ricorda che dopo il primo anno, tutto cambia. 

In questo periodo l’esigenza principale diventa quella di introdurre cibi solidi in modo da sviluppare tutti i muscoli della bocca favorendo lo sviluppo delle funzioni orali (deglutizione, masticazione, respirazione, articolazione del linguaggio).

Nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea chiamato EUNUTNET (European Network for Public Health Nutrition: Networking, Monitoring, Intervention and Training), sono state messe a punto delle raccomandazioni standard sulle pratiche ottimali di alimentazione del lattante e del bambino fino ai tre anni.

Ricorda che la valutazione dei diversi alimenti da sottoporre al tuo bambino, la valutazione delle diverse  preparazioni, la valutazione delle diverse combinazioni, sono passaggi fondamentali da fare ed è una conoscenza da acquisire.

Ancora tanti dubbi… “quali alimenti posso iniziare a dare al mio bambino?”, “meglio crudi o cotti?”, “come devono essere tagliate le verdure?”, “come faccio a ridurre il rischio che deglutisca qualcosa che lo metta in pericolo di soffocamento?”

Ecco, in ottica di quest’ultimo quesito, vorrei lasciarti uno spunto di riflessione. Conoscere le manovre di disostruzione potrebbe essere fondamentale al fine di prevenire episodi drammatici che, purtroppo, ancora oggi sono molto frequenti.
Inoltre, pensa che durante questi anni di crescita il tuo bambino entrerà in contatto con tantissime figure che lo affiancheranno e lo seguiranno negli anni di sviluppo (diversi componenti della famiglia, educatori, insegnanti, allenatori ecc.) e per questo, diverse regioni hanno approvato delle leggi che obbligano tutti gli operatori nei servizi educativi e nelle scuole accreditate a seguire dei corsi di disostruzione pediatrica come si può leggere al punto 2a dall’articolo 1 della Legge Regionale 1 aprile 2015, n. 7 Primo soccorso pediatrico della Regione Lombardia.

E dopo lo svezzamento

Ma aspetta… Se pensi che superato questo periodo sia tutto in discesa, purtroppo ti sbagli!

È qui che essere guidati in un percorso di cambiamento, sia di stile di vita che alimentare, diventa di fondamentale importanza. Ti spiego perchè.

È l’inizio dell’asilo nido, della scuola dell’infanzia e poi della scuola elementare; direi la fase più critica in assoluto: il tuo bimbo inizierà a trascorrere la maggior parte della sua giornata fuori casa e, probabilmente, questo si rifletterà anche nell’assunzione di cibo fuori dal nucleo familiare. Se non gestita bene, questa situazione può determinare momenti di ansia che possono riflettersi sull’alimentazione e sul peso corporeo.

Ti sarà sicuramente capitato o ti capiterà di voler sopperire a questa situazione in modo incongruo, portando il tuo bambino ad una iperalimentazione o addirittura viziandolo con alimenti che, il più delle volte, non sono salutari.

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Come capire quando rivolgersi al nutrizionista infantile

Per comprendere l’evoluzione nel tempo degli stili alimentari dei bambini e del loro stato ponderale, della loro abitudine all’esercizio fisico, delle attività scolastiche che possono favorire la sana nutrizione e il movimento e per capire i comportamenti associati, a partire dal 2007, il Ministero della Salute/CCM ha promosso e finanziato lo sviluppo del sistema di sorveglianza OKkio alla SALUTE, coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità e condotto in collaborazione con le Regioni e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Nell’indagine effettuata nella Regione Veneto nel 2019 è stato evidenziato come, molto spesso, le mamme hanno una percezione sbagliata sia dello stato di sovrappeso/obesità del proprio figlio che delle quantità di cibo che assume.

  1. Ben il 50% delle madri di bambini sovrappeso e l’87% delle madri di bambini obesi ritiene che il proprio bambino sia normopeso o un po’ sovrappeso. 

Nelle famiglie con bambini in sovrappeso, la percezione varia solo leggermente in rapporto al sesso del bambino. Analoga situazione si presenta nelle famiglie di bambini obesi.

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  1. Il 76% delle madri di bambini sovrappeso e il 51% di bambini obesi ritiene che il proprio bambino mangi poco/il giusto.  

Considerando i bambini in sovrappeso e obesi insieme, le madri delle bambine tendono a percepire meno il mangiare troppo delle figlie rispetto alle madri dei bambini (26% versus 34%). Inoltre, questa percezione diminuisce con l’aumento del livello scolastico della madre.

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Questi sono dati preoccupanti perché queste percezioni possono influenzare la probabilità di operare cambiamenti positivi.

Inoltre, negli ultimi decenni, forse perchè è aumentata l’esigenza di acquistare prodotti “pronti all’uso” o anche a causa dalle varie pubblicità che si vedono in TV, è diventato sempre più frequente l’uso di merendine, gelati o alimenti confezionati che portano, soprattutto dopo il primo anno di vita, ad una condizione di sovrappeso, preoccupante. 

Addirittura si riscontra spesso una condizione di obesità caratterizzata da un’alimentazione non regolata che, associata ad uno stile di vita sedentario, è il disturbo più frequente tra i 6 e i 14 anni. 

Pensa che solo in Veneto, complessivamente il 25% dei bambini tra gli 8 ei 9 anni di età, presenta un eccesso ponderale che comprende sia sovrappeso che obesità.

Alimentazione e adolescenza

Infine arriva l’inizio dell’adolescenza, dove numerosi sono i conflitti con i genitori. L’adolescente è in continua ricerca di indipendenza e spesso questo si riflette nella volontà di volersi alimentare secondo i propri gusti e senza alcuna regola.

Oggi sono sempre più diffusi i disturbi della condotta alimentare e per la famiglia non sempre è facile affrontarli e risolverli.

Molto spesso si sottovaluta la situazione e si cercano soluzioni cercando su google delle risposte digitando per esempio: “dieta per ragazze” oppure “dieta per bambini 12 anni

Ma così facendo si crea più confusione e, in buona fede, si fanno degli errori che poi possono avere delle conseguenze più o meno gravi sull’alimentazione del bambino/adolescente. 

È per questo che la cosa più importante che io e il resto del mio Team cerchiamo di fare durante un primo incontro, e in seguito costantemente durante tutto il percorso, è comprendere il problema creando empatia con te e con il tuo bambino al fine di instaurare un rapporto di fiducia che è alla base del successo del percorso alimentare.

Troveremo insieme la strategia migliore per te al fine di renderti agevole la gestione dell’alimentazione del tuo bambino senza privazioni insieme a tutta la famiglia.

Qualsiasi sia la problematica che stai affrontando insieme al resto della tua famiglia, saprai di non essere sola perchè sono certo che la salute di un bambino dipenda anche dall’amore di chi lo circonda e che uno stile di vita alimentare corretto da bambino è la chiave per diventare un adulto sano.

Se vuoi saperne di più richiedi una consulenza omaggio per il tuo bambino con uno dei Biologi nel mio Team e compila il modulo con i tuoi dati. 

Saremo noi a ricontattarti nella fascia oraria che indicherai come più comoda per te. 

In questo modo potrai avere la possibilità, insieme al professionista, di approfondire gli obiettivi e le necessità del tuo bambino.

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