Fibromialgia

Controllo della massa grassa

Stabilizzazione glicemica e insulinica

Riduzione degli alimenti pro-infiammatori

Fibromialgia

Controllo della massa grassa

Stabilizzazione glicemica e insulinica

Riduzione degli alimenti pro-infiammatori

Che cos'è la Fibromialgia

Che cos'è la Fibromialgia?

La fibromialgia è una sindrome cronica caratterizzata da dolore diffuso in tutto il corpo, spesso accompagnato da stanchezza, rigidità muscolare e disturbi del sonno. Sebbene non ci siano segni evidenti di infiammazione o danno ai tessuti, chi soffre di fibromialgia avverte un’ipersensibilità al dolore. Altri sintomi comuni includono difficoltà cognitive, conosciute come “nebbia mentale”, mal di testa e problemi digestivi come la sindrome del colon irritabile.

Le cause precise della fibromialgia non sono ancora completamente comprese, ma si ipotizza che siano coinvolti fattori genetici, stress fisico o emotivo, e alterazioni nel funzionamento del sistema nervoso centrale. La condizione colpisce soprattutto le donne e può peggiorare a causa dello stress o di cambiamenti climatici.

Il trattamento della fibromialgia si basa su un approccio multidisciplinare, che può includere esercizio fisico, terapie psicologiche, e un’alimentazione mirata per ridurre lo stress ossidativo e i processi infiammatori associati alla malattia. Sotto questo punto di vista Nutrizionista.bio attraverso il suo Team può essere un valido aiuto per la fibromialgia sotto il punto di vista alimentare.

Fibromialgia e alimentazione

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella gestione della fibromialgia, e ogni piano nutrizionale deve essere personalizzato, tenendo conto delle esigenze specifiche dell’individuo. L’obiettivo principale è ridurre lo stato infiammatorio e migliorare lo stress ossidativo, intervenendo su diversi aspetti legati alla scelta degli alimenti e alle abitudini alimentari.

Un primo passo importante è verificare con il nutrizionista la presenza di sale e zuccheri aggiunti, poiché questi possono favorire l’infiammazione e alterare i livelli di insulina e glicemia. È altrettanto rilevante ridurre progressivamente il consumo di alimenti processati e confezionati, spesso ricchi di additivi pro-infiammatori come aspartato, glutammato e zuccheri semplici, e preferire invece prodotti freschi o preparati in casa con attenzione alle modalità di cottura e alle giuste proporzioni.

L’utilizzo corretto dei cereali è un altro aspetto cruciale, soprattutto se l’individuo presenta sensibilità o intolleranze. Mantenere una buona idratazione è essenziale per supportare il metabolismo e favorire il benessere generale.

Infine, la qualità delle materie prime è fondamentale: scegliere alimenti di alta qualità, non trattati, garantisce un miglior apporto di nutrienti e contribuisce a ridurre i carichi infiammatori nel corpo. Un piano alimentare studiato con attenzione da un Biologo Nutrizionista può aiutare a ottimizzare questi aspetti, migliorando i sintomi della fibromialgia e la qualità della vita.

Fibromialgia e alimentazione fibromialgia
Perche affidarsi a Nutrizionista.Bio in caso di fibromialgia

Perché affidarsi a Nutrizionista.Bio in caso di fibromialgia?

Nutrirsi in modo corretto è essenziale per affrontare al meglio i sintomi della fibromialgia. Un approccio personalizzato, come quello proposto da Nutrizionista.Bio, aiuta a migliorare la qualità della vita agendo su più fronti:

✔️Controllo della massa grassa corporea: La riduzione della massa grassa è fondamentale per alleviare i sintomi. Un corpo più leggero e una massa grassa ridotta possono portare a una diminuzione del dolore cronico e dell’infiammazione correlata.

✔️Stabilità glicemica ed insulinemica: Attraverso una gestione accurata dell’indice e del carico glicemico, è possibile ridurre i picchi insulinici e, di conseguenza, mantenere un controllo metabolico migliore, favorendo un equilibrio duraturo nei processi energetici.

✔️Progressiva riduzione degli alimenti pro-infiammatori: Ridurre il consumo di alimenti che possono promuovere stati infiammatori è un obiettivo primario per chi soffre di fibromialgia. Ciò permette di limitare i processi che aggravano il dolore e l’infiammazione cronica.

✔️Ottimizzazione del potere antiossidante: Un adeguato apporto di antiossidanti, provenienti da fonti di qualità, può aiutare a combattere lo stress ossidativo, uno dei principali fattori scatenanti dei sintomi della fibromialgia.

✔️Bilanciamento Omega 3 e Omega 6: Il riequilibrio di questi acidi grassi essenziali può modulare i processi infiammatori, aiutando a ridurre l’infiammazione cronica che caratterizza la malattia​​.

Nutrizionista.Bio studia un percorso alimentare su misura, integrando la scienza della nutrizione con un approccio basato sulle caratteristiche specifiche della persona, per garantire risultati concreti e sostenibili nel tempo.

Come può un piano alimentare personalizzato aiutare nel lungo termine?

Un piano alimentare personalizzato può offrire benefici significativi nel lungo termine, agendo su diversi aspetti del benessere generale. In primo luogo, seguire un’alimentazione adatta può aiutare a ridurre l’infiammazione cronica, uno dei principali fattori che contribuiscono alla sintomatologia della malattia. Un approccio nutrizionale mirato permette di migliorare l’equilibrio metabolico, stabilizzando i livelli di energia e riducendo la sensazione di stanchezza.

Nel tempo, una dieta ben strutturata supporta anche il sistema immunitario e favorisce una migliore gestione dello stress fisico e mentale, rendendo più facile affrontare le sfide quotidiane legate alla fibromialgia. Un altro vantaggio importante è la possibilità di adattare continuamente il piano nutrizionale in base all’evoluzione dei sintomi e delle condizioni specifiche della persona, garantendo così un approccio flessibile e sempre in linea con le esigenze individuali.

In sintesi, un piano alimentare su misura aiuta a migliorare la qualità della vita, non solo gestendo i sintomi nell’immediato, ma promuovendo un equilibrio che si riflette nel benessere a lungo termine.

Come può la gestione del peso, attraverso la dieta, aiutare a ridurre il rischio di sindrome metabolica nei pazienti fibromialgici?

La gestione del peso attraverso un’alimentazione bilanciata è essenziale per ridurre il rischio di sindrome metabolica nei pazienti con fibromialgia. L’accumulo di massa grassa, soprattutto a livello addominale, rappresenta un fattore di rischio per condizioni come ipertensione, diabete di tipo 2 e alterazioni lipidiche. Poiché la fibromialgia è spesso associata a una riduzione dell’attività fisica e a uno stile di vita più sedentario, questo può peggiorare il quadro metabolico. Un piano alimentare personalizzato, focalizzato sulla qualità dei cibi e sul mantenimento dell’equilibrio glicemico, può aiutare a gestire il peso corporeo in modo sano. Il miglioramento della distribuzione della massa corporea, insieme alla regolazione dei livelli di glicemia e insulina, non solo allevia i sintomi della fibromialgia, ma previene anche complicazioni metaboliche, contribuendo a un benessere più duraturo e a una migliore qualità della vita.

Quali modifiche alimentari possono aiutare a ridurre i fattori pro-infiammatori nei pazienti con fibromialgia? 

Per ridurre i fattori pro-infiammatori nei pazienti che soffrono di  fibromialgia è importante adottare un approccio alimentare graduale e personalizzato, orientato alla scelta di alimenti freschi e di alta qualità. Ridurre il consumo di prodotti industriali e trasformati, spesso ricchi di zuccheri raffinati e additivi, è fondamentale per abbassare lo stato infiammatorio dell’organismo. Questo passaggio, se fatto in modo progressivo, permette di migliorare il quadro infiammatorio senza stravolgere le abitudini alimentari del paziente.

L’eliminazione degli zuccheri aggiunti è altrettanto importante per stabilizzare i livelli di glicemia e insulina, evitando picchi che potrebbero peggiorare l’infiammazione sistemica. Anche l’uso di sale aggiunto andrebbe ridotto, preferendo alternative come le erbe aromatiche e le spezie, che consentono di insaporire i piatti in modo sano e naturale, senza compromettere l’equilibrio metabolico.

Una corretta idratazione è cruciale per favorire i processi metabolici e ridurre lo stress ossidativo. Infine, prediligere materie prime di alta qualità, non trattate e naturali, aiuta a evitare l’assunzione di alimenti pro-infiammatori, contribuendo così a una gestione ottimale della malattia e a un benessere a lungo termine. 

Testimonianze

Un piano alimentare unico e personalizzato che si basa sulle più recenti evidenze scientifiche in ambito nutrizione.

Il Team di Nutrizionista.Bio

Siamo Biologi Nutrizionisti accumunati da una grande passione: accompagnarti e sostenerti fino al raggiungimento dei tuoi obiettivi. Che siano di dimagrimento, estetici, di performance sportiva o di benessere fisico, siamo qui per te. I tuoi obiettivi, sono anche i nostri!

Domande frequenti

Qui troverai soluzioni e risposte alle domande più frequenti relative alla Fibromialgia. Questa sezione è progettata per fornire chiarezza e informazioni essenziali, aiutandoti a migliorare la tua comprensione su questi argomenti cruciali per la salute e il benessere.

I sintomi principali della fibromialgia includono dolore muscoloscheletrico diffuso, che varia in intensità da persona a persona, e una maggiore sensibilità al dolore. Questo dolore non è associato a un processo infiammatorio evidente. Altri sintomi comuni sono affaticamento persistente, disturbi del sonno, rigidità muscolare, mal di testa e problemi di concentrazione e memoria (spesso chiamati “fibro-fog”). Alcune persone possono anche manifestare sensibilità alla luce, ai suoni e alle temperature. Questi sintomi possono peggiorare durante periodi di stress o dopo sforzi fisici eccessivi.

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La diagnosi della fibromialgia è clinica, poiché non esistono test specifici per identificarla. I medici valutano i sintomi riportati dai pazienti, come il dolore cronico diffuso e la presenza di sensibilità in specifici “tender points” o la sensazione di dolore diffuso per almeno tre mesi. Solitamente, vengono eseguiti esami del sangue e altre analisi per escludere altre condizioni come artrite reumatoide, lupus o disturbi tiroidei. La fibromialgia è una diagnosi di esclusione, basata sui criteri diagnostici e sulla storia medica del paziente, in cui gioca un ruolo importante la sensibilizzazione centrale.

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Attualmente non esiste una cura definitiva per la fibromialgia, ma i sintomi possono essere gestiti in modo efficace con un trattamento integrato. Le opzioni terapeutiche includono farmaci per ridurre il dolore e migliorare il sonno, fisioterapia, esercizi a basso impatto e tecniche di rilassamento per la gestione dello stress. Inoltre, un’alimentazione adeguata e modifiche nello stile di vita contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei pazienti. Il trattamento è spesso multidisciplinare e si concentra sulla gestione dei sintomi piuttosto che su una cura definitiva.

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Sebbene la fibromialgia non sia considerata direttamente ereditaria, esiste una predisposizione genetica che può aumentare il rischio di svilupparla. Alcune ricerche indicano che le persone con familiari affetti da fibromialgia o altre malattie reumatiche hanno una probabilità maggiore di sviluppare la condizione. Tuttavia, non è ancora chiaro se questo sia dovuto a fattori genetici diretti o a una combinazione di fattori genetici e ambientali.

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Sì, l’esercizio fisico, specialmente a basso impatto come camminare, nuotare, yoga o esercizi di stretching, può aiutare a migliorare i sintomi della fibromialgia. L’attività fisica regolare aumenta la forza muscolare, riduce il dolore e migliora i livelli di energia. È importante iniziare con attività leggere e graduali, per evitare di peggiorare i sintomi. Gli esercizi di resistenza e flessibilità possono essere particolarmente utili, ma devono essere introdotti progressivamente per adattarsi alle capacità fisiche del paziente.

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Se non trattata, la fibromialgia può influire gravemente sulla qualità della vita, aggravando il dolore cronico, limitando la mobilità e aumentando l’affaticamento. Può anche influire negativamente sulla salute mentale, portando a depressione e ansia. La mancanza di trattamento può peggiorare i disturbi del sonno, instaurando un ciclo di affaticamento cronico che aggrava ulteriormente i sintomi. Senza una gestione adeguata, i pazienti rischiano l’isolamento sociale e una riduzione significativa della qualità di vita. Un approccio multidisciplinare è fondamentale per prevenire queste complicazioni.

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Sì, i disturbi del sonno sono molto comuni nelle persone con fibromialgia. Molti pazienti riferiscono difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti durante la notte, con una sensazione di non essere riposati al mattino. Questo è spesso correlato al “sonno non ristoratore”, che contribuisce all’affaticamento cronico e peggiora la percezione del dolore. Migliorare l’igiene del sonno, utilizzare tecniche di rilassamento e, in alcuni casi, ricorrere a farmaci prescritti dal medico, può aiutare a gestire i problemi legati al sonno.

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