Come si sono evolute le abitudini alimentari e quali sono i trend del momento?
Avrai sicuramente già sentito parlare della “famosa” alimentazione italiana e, se ti è capitato di navigare sul web, avrai sicuramente notato che la si associa spesso alla dieta mediterranea.
Infatti, è molto comune che queste espressioni siano usate come sinonimi, rendendo la questione un pò confusa.
Ma di cosa si tratta veramente? E soprattutto, si può ancora parlare di alimentazione italiana e dieta mediterranea nel 2024?
In questo articolo ti spiegherò una volta per tutte che cosa significa seguire un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea e come si sono evolute le abitudini alimentari italiane nel tempo, da nord a sud.
Cos’è la dieta mediterranea?
Partiamo dalla dieta mediterranea, la dieta più famosa in tutto il mondo!
Ma attenzione…
Devi sapere che, più che una vera e propria dieta, la dieta mediterranea è un’indicazione su un corretto stile di vita che comprende sia una costante e quotidiana attività fisica che una sana alimentazione a base di prodotti freschi, stagionali e soprattutto di buona qualità!
Oltre al consumo di alimenti selezionati e di qualità, la frequenza con cui questi vengono consumati nella settimana è molto importante. Inoltre, per essere considerata un’alimentazione “bilanciata”, dovresti ripartire nel tuo piatto i macronutrienti (carboidrati o glucidi, proteine, grassi) con le seguenti percentuali:
- 55-65 % di glucidi di prevalenza complessi (come gli amidi dei cereali);
- 10-15% di proteine da legumi, carne, pesce, uova, latte e derivati;
- 20-30% di grassi, preferibilmente di origine vegetale come l’olio extravergine di oliva, oppure frutta secca e semi oleosi.
Ancel Keys, noto per aver osservato e descritto la dieta mediterranea come la via del benessere, è stato il primo insieme alla moglie nel mondo anglofono ad essere promotore di un modello salutare. La piramide alimentare, elaborata dal Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti, si fonda sulle informazioni ottenute proprio grazie agli studi condotti da Ancel Keys ed è una rappresentazione grafica in cui si trovano gli alimenti da preferire alla base della piramide e quelli man mano da limitare spostandosi verso il vertice della piramide stessa. Di grande importanza anche la frequenza con cui questi andrebbero consumati durante la settimana.
Da notare che con il passare del tempo e le nuove evidenze scientifiche, la piramide alimentare fu modificata e, nel 2009, venne redatta una sua nuova versione.
Tra gli anni ‘50 e ‘60, periodo in cui fu osservata la dieta mediterranea, le persone che seguivano tale modello potevano avere ottimi benefici.
Le caratteristiche della dieta mediterranea identificate dallo studioso, sono da ritrovarsi nelle abitudini alimentari e lavorative dei popoli dei paesi che si affacciavano prevalentemente sul mare Mediterraneo, ed è proprio da questo che deriva il suo nome!
Per cui, NON si può parlare solo di dieta mediterranea “italiana”, ma anche di quella di altri paesi come: Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Portogallo e Spagna! Non solo… anche le abitudini alimentari studiate in Giappone rispecchiavano lo stesso stile di vita sano, in grado di ridurre la probabilità di eventi cardiocircolatori.
Confrontando la dieta e lo stile di vita di specifici paesi, nel suo Studio dei Sette Paesi, Keys stabilì ad ogni modo che le abitudini alimentari di quel periodo nei paesi del bacino del Mediterraneo davano un grande beneficio a livello di salute nelle persone che seguivano tale dieta.
Oltretutto, la mortalità media dovuta a cause naturali come ad esempio eventi cardiocircolatori, era più bassa rispetto ad altri paesi del mondo.
Al giorno d’oggi si può ancora parlare di dieta mediterranea?
Sebbene questa tipologia di alimentazione abbia avuto dei riscontri sicuramente positivi sulla salute e sul fisico delle persone, spesso non viene considerato che lo studio del suo “ideatore” si basa sullo stile di vita degli anni ‘50.
In quel periodo la maggior parte della popolazione residente attorno al bacino mediterraneo, si occupava prevalentemente di manodopera o comunque erano persone che svolgevano attività a richiesta energetica maggiore rispetto a quelle dei giorni nostri.
Anche fare la casalinga, gestendo casa e famiglia, era un lavoro fisico non indifferente! Pochissime famiglie possedevano le prime lavatrici e di certo avere un’aspirapolvere, aspirapolvere, lavastoviglie e tutti gli elettrodomestici che abbiamo a disposizione oggi era un’utopia!
E soprattutto non c’erano, come oggi, così tanti alimenti già pronti “da supermercato” ma si acquistavano prevalentemente le materie prime: se volevi mangiare un piatto semplice come la pasta con il pomodoro era necessario spesso e volentieri preparare a mano sia la pasta che produrre il passato di pomodoro partendo dal frutto.
Ma se ci pensi bene, quante persone conosci che fanno ancora tutto questo?
Immagino che qualcuno ti sia venuto in mente ma, se prima era una costante, oggi è un’ eccezione!
Il nostro stile di vita è completamente mutato: la maggior parte della popolazione ha un’attività lavorativa giornaliera molto sedentaria.
Sempre più spesso ci troviamo davanti alla scrivania o al computer per 8 ore al giorno o più, per non parlare della qualità scadente degli alimenti che si trova troppo facilmente nei supermercati, anche in quelli di fiducia.
Di conseguenza è impossibile seguire il vero stile di vita di cui parla Ancel Keys degli anni ‘50!
Come sono cambiati i piatti degli italiani
Quindi, ti starai sicuramente chiedendo: esiste ancora oggi la dieta mediterranea? Ma soprattutto, noi italiani la stiamo seguendo correttamente?
In Italia, come in tutti i paesi industrializzati, i consumi alimentari della popolazione nel corso degli anni sono decisamente mutati.
Ti sarai accorta che, complice l’epoca frenetica e impegnativa in cui viviamo, ti senti sempre più spesso “quasi” obbligata a mettere nel tuo piatto prodotti industriali, precotti, già pronti da mangiare ricchi di zuccheri, sale e additivi chimici!
Ma questo cosa comporta?
Ne guadagni in comodità e tempo a discapito però della tua salute, portando sulla tua tavola alimenti con una qualità ridotta all’osso!
Vale la pena rischiare di perdere anni di vita per risparmiare 20 minuti o poco più al giorno per la preparazione dei tuoi pasti?
Evoluzione dell’alimentazione italiana
Ti spiego ora cos’è cambiato nel tempo e quali sono stati i fondamenti della dieta italiana negli ultimi 150 anni.
Grazie all’elaborazione dei dati ISTAT e FAO relativi ai consumi alimentari degli italiani dal 1861, l’INRAN – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (oggi CREA) ha evidenziato come sono cambiati l’alimentazione e lo stile di vita in Italia nel corso del tempo.
Iniziamo il nostro viaggio nella storia dell’alimentazione dall’Italia dell’800, epoca caratterizzata da poca varietà alimentare e di scarsa qualità basata principalmente su pane e ortaggi autoctoni.
Questa condizione rimase simile anche negli anni tra le due guerre: la dieta era monotona e prevedeva il consumo di pochissimi alimenti e prevalentemente di origine vegetale.
Chi di voi, come me, ricorda i racconti da parte dei nostri bisnonni, nonni ma anche genitori, sulla loro alimentazione basata prevalentemente su polenta e patate al nord e pane, panelle o pasta al sud?
Ecco! Questi erano i cibi costantemente e quotidianamente presenti nei piatti dei nostri avi!
Grazie al boom economico successivo alla seconda guerra mondiale, i prodotti alimentari di pregio, come la carne, il latte, il formaggio ed il pesce, furono finalmente accessibili praticamente a tutti, migliorando così lo stato nutrizionale dell’intera popolazione italiana.
Fu proprio questo il periodo in cui A. Keys, trasferitosi in un piccolo comune campano, studiò in modo accurato l’alimentazione della popolazione locale e giunse alla conclusione che proprio la dieta mediterranea italiana determinava benefici stupefacenti sulla salute.
E fino a qui tutto bene.
Purtroppo, dallo stile di vita e alimentare definito come il segreto per la longevità, in poco tempo si passò agli anni dei prodotti industriali o precotti, della carne derivata da allevamenti intensivi, del pesce di allevamento e la coltivazione in serra per far fronte alla crescente domanda ed alla sua specificità: prodotti rapidi, veloci e “pronti all’uso”.
Quindi, ci si è trovati di fronte all’instaurarsi di un modello alimentare sempre più carente dal punto di vista nutrizionale, nel quale trovano spazio in modo crescente i noti fast food.
Di fatto, le abitudini degli italiani, soliti mangiare molti cereali, primi piatti e dolci sono ad oggi rimaste tali ma la qualità dei prodotti si è impoverita e lo stile di vita è mutato in modo irreversibile!
Da sud a nord dello stivale la gente continua a mangiare cannoli, arancine, pizza, pasta, tortellini, trofie al pesto, polenta e canederli, torte salate, …
Tutto speciale, piatti di tradizione senza dubbio. Ma oggi… quella pasta da che grano deriva? La pasta sfoglia per quella torta salata è ancora fatta in casa con ingredienti provenienti dal contadino oppure è fatta quasi sempre con una base industriale che si “srotola con un dito”?
Quello che è cambiato è lo stile di vita dinamico e la qualità degli ingredienti tipica degli anni passati.
Da prodotti di qualità e in quantità limitate siamo passati ad avere prodotti industriali di scarsa qualità nutrizionale e botteghe alimentari aperte tutto il giorno con la possibilità di accesso continuo a tutto quello che vogliamo e in qualsiasi momento lo desideriamo!
Quindi… in seguito alla diffusione delle malattie cronico-degenerative e a condizioni di sovrappeso e di obesità in aumento e conseguenti alle nuove cattive abitudini, è nata l’odierna necessità di ricercare un approccio alimentare che torni a salvaguardare la salute!
Dal primo decennio del nuovo millennio fino ai giorni nostri stiamo assistendo ad un forzato rilancio della dieta mediterranea e alla nascita di tendenze alimentari come il vegetarianismo o veganesimo, riproposte per avvicinarci alle abitudini alimentari italiane del secolo scorso.
Tutti parlano di diete più sane e più equilibrate, di ritorno al passato e rivisitazioni di antichi comportamenti alimentari… ma è veramente la scelta migliore provare a riproporre uno stile di vita che non ci appartiene più? O sarebbe più saggio crearne uno che tenga presente delle nuove abitudini e stile di vita degli italiani?
Spero che la risposta dopo questo mio articolo ormai tu ce l’abbia chiara!
Prova ad immaginare a quanti concetti devono essere tenuti in considerazione per essere certi di svolgere una dieta sana ed equilibrata. Talmente tanti che l’ultima revisione del 2018 delle “Linee guida per una sana alimentazione” elaborata dal CREA (Centro Di Ricerca Alimenti e Nutrizione) contiene circa 229 pagine di raccomandazioni.
Se sei curioso di approfondire l’argomento, ci tengo a lasciarti queste linee guida che puoi scaricare in pdf in modo che tu possa iniziare ad applicare queste regole in autonomia.
SCARICA LE LINEE GUIDA ALIMENTAZIONE DEL CREA IN PDF
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Il piano alimentare perfetto è quello che è cucito su misura per te e per le tue caratteristiche. Quello in grado di aiutarti a trovare il tuo equilibrio e assumere tutti i micro e macronutrienti di cui hai bisogno!
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