Nutrizione oncologica: il ruolo fondamentale del Biologo Nutrizionista

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La nutrizione oncologica rappresenta uno degli aspetti chiave per il trattamento globale del paziente oncologico. Le persone affette da tumore, infatti, sono spesso soggette a malnutrizione, sia per difetto che per eccesso, a causa degli effetti collaterali delle terapie oncologiche e dell’impatto diretto della malattia sul metabolismo. La gestione nutrizionale corretta non solo migliora la qualità della vita del paziente, ma contribuisce anche a ottimizzare l’efficacia dei trattamenti oncologici, riducendo le complicanze e migliorando la risposta ai farmaci.

Tuttavia, il supporto nutrizionale non può essere improvvisato. È necessario un percorso personalizzato e multidisciplinare in cui il Biologo Nutrizionista gioca un ruolo fondamentale. Un approccio integrato e individualizzato permette di evitare il rischio di malnutrizione e di supportare il paziente durante tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi al follow-up, aiutando un miglioramento della prognosi e della qualità di vita.

L'importanza della nutrizione nel paziente oncologico

La nutrizione oncologica riveste un ruolo centrale nel percorso di cura del paziente oncologico. Il cancro non colpisce solo l’organo interessato, ma ha un impatto significativo su tutto l’organismo, influenzando anche il metabolismo energetico e proteico. La malattia e le terapie oncologiche, come la chemioterapia, la radioterapia e gli interventi chirurgici, possono alterare profondamente il modo in cui il corpo gestisce i nutrienti. Questo fenomeno porta a uno stato di malnutrizione che, se non adeguatamente affrontato, può compromettere la qualità della vita e la capacità di rispondere efficacemente ai trattamenti.

Malnutrizione oncologica: un problema sottovalutato

La malnutrizione nel paziente oncologico è una condizione altamente prevalente. Si stima che tra il 20% e il 30% dei pazienti oncologici muoia non a causa del tumore, ma a causa delle conseguenze della malnutrizione. Questo dato evidenzia quanto sia essenziale l’intervento nutrizionale precoce per sostenere il paziente durante l’intero percorso terapeutico.

La malnutrizione non si limita alla perdita di peso, ma può presentarsi anche in forma di sarcopenia (riduzione della massa e della forza muscolare) o come malnutrizione per eccesso (sovrappeso e obesità). Entrambe le condizioni hanno un impatto diretto sull’efficacia delle terapie oncologiche. Una sarcopenia non trattata può portare a una riduzione della forza fisica, una minore tolleranza ai trattamenti e un aumento del rischio di complicanze. Dall’altro lato, il sovrappeso e l’obesità, determinati da un’alimentazione scorretta e molto sbilanciata spesso a favore degli zuccheri che sono proprio i prediletti dal metabolismo della cellula cancerosa, sono associati anche ad un’infiammazione cronica di basso grado. Tutto questo può aggravare la progressione della malattia.

Cause della malnutrizione nel paziente oncologico

Le cause della malnutrizione nei pazienti oncologici sono molteplici e dipendono sia dalla malattia stessa che dagli effetti collaterali delle terapie. Tra le principali cause troviamo:

1. Ridotto apporto alimentare

Molti pazienti oncologici manifestano una diminuzione dell’appetito causata da nausea, vomito, dolore, alterazione del gusto e perdita di appetito. Questi sintomi, spesso indotti dalle terapie oncologiche, riducono la capacità di alimentarsi in modo adeguato. Ad esempio:

  • Nausea e vomito sono effetti collaterali tipici della chemioterapia e della radioterapia.
  • La disfagia (difficoltà a deglutire) può essere presente nei pazienti con tumori del tratto gastroesofageo, dopo interventi chirurgici o dopo terapie che irritano le mucose.
  • L’alterazione del gusto (disgeusia) e l’avversione ai cibi rendono difficile assumere alimenti normalmente ben tollerati.

Il ridotto apporto alimentare porta il paziente a consumare quantità di cibo insufficienti rispetto al proprio fabbisogno energetico e proteico, generando malnutrizione per difetto. Questo influisce negativamente sulla risposta del sistema immunitario, sulla tolleranza ai trattamenti oncologici e sulla forza fisica del paziente.

2. Aumento del dispendio energetico

Il cancro non solo influisce sull’assunzione di cibo, ma altera anche il metabolismo energetico del paziente. Il tumore induce uno stato di infiammazione cronica sistemica, che provoca un aumento del dispendio energetico a riposo (chiamato anche ipermetabolismo).

In questa condizione, il corpo consuma più energia del normale per rispondere allo stress metabolico indotto dal tumore e dalle terapie. L’iper-catabolismo (accelerata degradazione delle proteine muscolari) porta a una progressiva perdita di massa muscolare, compromettendo le funzioni vitali e riducendo la capacità del paziente di far fronte agli stress fisici e metabolici.

La combinazione di aumento del dispendio energetico e ridotto apporto di nutrienti e porta alla cachessia oncologica, ovvero una condizione caratterizzata da perdita di peso non intenzionale, perdita di muscolatura e peggioramento delle condizioni generali di salute.

3. Malassorbimento dei nutrienti

Il malassorbimento è un’altra causa cruciale di malnutrizione nel paziente oncologico. Può verificarsi in seguito a:

  • Interventi chirurgici che comportano la rimozione di parte dell’intestino, dello stomaco o del pancreas, compromettendo la capacità di assorbire i nutrienti.
  • Effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia, che danneggiano la mucosa intestinale e alterano la funzione di assorbimento.
  • Disturbi gastrointestinali come diarrea, crampi addominali e disbiosi intestinale, che riducono la capacità dell’intestino di assimilare nutrienti essenziali.

Il malassorbimento può portare a una carenza di micronutrienti (vitamine e minerali) e di macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati), aggravando ulteriormente la cachessia oncologica. Per questo motivo, è fondamentale adottare un approccio personalizzato con la supervisione di un Biologo Nutrizionista, che può valutare la necessità di integrazioni mirate e intervenire con un piano alimentare specifico che si prefigge l’obiettivo di coadiuvare il percorso terapeutico.

nutrizione oncologica: valutazione del peso

Strumenti per la valutazione nutrizionale

La valutazione dello stato nutrizionale si avvale di diversi strumenti integrati che permettono di ottenere un quadro completo della situazione clinica e metabolica del paziente. Questi strumenti consentono al Biologo Nutrizionista di elaborare un piano nutrizionale personalizzato e mirato a migliorare la risposta alle terapie e il benessere generale del paziente.

1. Valutazioni antropometriche

Le valutazioni antropometriche sono essenziali per misurare i parametri corporei di base e monitorare i cambiamenti nel tempo. Tra le principali misurazioni troviamo:

  • Peso corporeo: la perdita di peso non intenzionale è un segnale di cachessia o sarcopenia.
  • Altezza: necessaria per calcolare l’Indice di Massa Corporea (IMC), un parametro di riferimento per individuare sovrappeso e obesità.
  • Indice di Massa Corporea (IMC): aiuta a classificare il paziente come sottopeso, normopeso, sovrappeso o obeso. Tuttavia, l’IMC da solo non è sufficiente a rilevare la sarcopenia.
  • Misurazione delle circonferenze corporee: la circonferenza addominale e la circonferenza del braccio consentono di stimare la distribuzione della massa muscolare e del tessuto adiposo, identificando eventuali perdite di muscolatura.

Questi parametri forniscono le prime indicazioni sullo stato nutrizionale e costituiscono la base per ulteriori approfondimenti.

2. Valutazioni biochimiche

Le valutazioni biochimiche si basano sulla presa visione di esami del sangue prescritti al paziente dai medici che lo assistono che solitamente corredano il quadro documentale con il quale la persona si presenta al primo colloquio con il Nutrizionista e forniscono informazioni preziose, per esempio sullo stato di idratazione, sul bilancio proteico e sull’infiammazione, sulle difese immunitarie. Alcuni marker specifici sono:

  • Albumina sierica: un livello basso di albumina è spesso indicativo di malnutrizione proteica.
  • Proteine totali: valori ridotti segnalano una possibile carenza proteica.
  • Indicatori di infiammazione: la Proteina C Reattiva (PCR) e la Ves sono marker di infiammazione, tipici delle condizioni oncologiche e indicatori indiretti di aumento del dispendio energetico.

Come sempre ciò che è necessario ottenere è un quadro di insieme in modo da avere una precisa anamnesi che consente poi di mirare il lavoro nutrizionale in maniera specifica e di pianificare interventi correttivi.

3. Valutazioni strumentali

Gli strumenti permettono di ottenere dati precisi sulla composizione corporea del paziente, valutando la massa grassa, la massa magra e la quantità di acqua corporea. I principali strumenti utilizzati sono:

  • Bioimpedenziometria (BIA): misura la massa magra, massa grassa e acqua corporea totale. È uno strumento fondamentale per identificare la sarcopenia e monitorare i cambiamenti della composizione corporea nel tempo.
  • Adipometria: utilizza un’ecografia per analizzare lo spessore e la distribuzione del tessuto adiposo e muscolare. È un metodo non invasivo che consente un monitoraggio accurato dei cambiamenti corporei in specifiche aree del corpo.

Questi strumenti forniscono un’immagine chiara e dettagliata dello stato del paziente, consentendo al Biologo Nutrizionista di stabilire obiettivi nutrizionali personalizzati.

4. Questionari soggettivi

Il Subjective Global Assessment (SGA) è uno strumento chiave che permette di raccogliere informazioni dirette dal paziente. Con questo questionario si possono individuare per esempio i sintomi soggettivi che influenzano l’alimentazione e il consumo di nutrienti. I principali segnali rilevati sono:

  • Nausea e vomito: effetti collaterali frequenti di chemio e radioterapia che limitano l’apporto alimentare.
  • Disfagia (difficoltà a deglutire): problema tipico nei pazienti con tumori del cavo orale, della faringe e dell’esofago.
  • Sazietà precoce: uno dei sintomi più frequenti, spesso legato al trattamento oncologico, che riduce significativamente la capacità di alimentarsi.

Questi sintomi sono presi in carico dal Biologo Nutrizionista, che adatta il piano nutrizionale con strategie specifiche per migliorare l’assunzione di nutrienti.

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Obiettivi della valutazione nutrizionale

Il principale obiettivo della valutazione nutrizionale è identificare precocemente i rischi di malnutrizione per permettere interventi mirati e personalizzati. Gli obiettivi specifici includono:

  • Prevenire la cachessia e la sarcopenia: grazie alla preservazione della massa muscolare, il paziente mantiene la forza fisica necessaria per affrontare le cure.
  • Monitorare la composizione corporea: la rilevazione di cambiamenti significativi consente di aggiustare il piano alimentare.
  • Ottimizzare la tolleranza ai trattamenti oncologici: un paziente con buono stato nutrizionale tollera meglio i trattamenti e riduce il rischio di sospensioni o interruzioni.
  • Migliorare la qualità della vita: un piano nutrizionale personalizzato aiuta a ridurre la stanchezza, la nausea e i disturbi gastrointestinali, migliorando il benessere complessivo.


La
valutazione dello stato nutrizionale è il primo passo per garantire un supporto nutrizionale personalizzato al paziente oncologico. Grazie ad un’anamnesi accurata e alla rilevazione di specifici parametri, il Biologo Nutrizionista è in grado di rilevare precocemente i segnali di malnutrizione, cachessia e sarcopenia, riducendo i rischi di complicanze e migliorando la tolleranza ai trattamenti oncologici.

L’intervento tempestivo e mirato consente di preservare la massa muscolare, garantire un corretto apporto di nutrienti e ottimizzare la qualità della vita del paziente. Affidarsi a un Biologo Nutrizionista esperto consente di affrontare il percorso oncologico con maggiore sicurezza e serenità.

Il piano nutrizionale personalizzato nel paziente oncologico

Il piano nutrizionale personalizzato per il paziente oncologico rappresenta un elemento chiave nel percorso di cura. A differenza di un approccio standardizzato, il piano è dinamico e flessibile, capace di adattarsi ai cambiamenti metabolici che avvengono durante il trattamento. Questo aspetto è cruciale, poiché i pazienti oncologici affrontano modifiche fisiologiche profonde, legate sia alla malattia sia agli effetti collaterali delle terapie oncologiche come la chemioterapia, la radioterapia e l’immunoterapia. Per questo motivo, la personalizzazione diventa un fattore imprescindibile per il successo del percorso terapeutico.

Il Biologo Nutrizionista gioca un ruolo centrale in questo processo, in sinergia con l’equipe oncologica composta da medici, infermieri e psicologi. La costruzione di un piano nutrizionale personalizzato tiene conto di molte variabili, tra cui il tipo di tumore, il trattamento in corso e le condizioni cliniche generali del paziente. L’obiettivo principale è mantenere o ripristinare uno stato nutrizionale ottimale, prevenendo la malnutrizione, la cachessia e la sarcopenia, tre condizioni che possono compromettere l’efficacia delle terapie oncologiche e peggiorare la qualità della vita.

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Un percorso che inizia dalla diagnosi e prosegue nel tempo

Il supporto nutrizionale non deve mai essere ritardato. L’intervento inizia fin dal momento della diagnosi oncologica e prosegue per tutto il trattamento, accompagnando il paziente anche nella fase di follow-up. Questo approccio consente di anticipare le problematiche nutrizionali che potrebbero emergere nel corso della terapia e di agire con prontezza per prevenirle.

Durante le fasi iniziali della malattia, il Biologo Nutrizionista valuta lo stato nutrizionale di base del paziente, identificando le eventuali condizioni di rischio, come la perdita di peso, la riduzione della massa muscolare o la presenza di obesità. Questo momento è cruciale, poiché permette di pianificare un intervento precoce che stabilizza il peso corporeo, riduce il rischio di sarcopenia e supporta il sistema immunitario. Se il paziente viene seguito fin dalle prime fasi, è possibile preservare la forza fisica e migliorare la tolleranza ai trattamenti oncologici, evitando interruzioni o sospensioni delle terapie.

Il follow-up rappresenta un altro momento fondamentale. Anche dopo la fine delle terapie attive, il corpo ha bisogno di ritrovare il proprio equilibrio metabolico. Il recupero della massa muscolare e la gestione del peso sono obiettivi a lungo termine che necessitano di un monitoraggio continuo. La guida del Biologo Nutrizionista garantisce al paziente un percorso sicuro e personalizzato in tutte le fasi della malattia.

Un’alimentazione equilibrata e adatta alle esigenze del paziente

Il concetto di alimentazione equilibrata non significa necessariamente seguire uno schema rigido e standardizzato. Nel paziente oncologico, il significato di equilibrio cambia di volta in volta, poiché i fabbisogni nutrizionali variano in base al tipo di neoplasia, al trattamento oncologico in corso e alle condizioni di salute generali. L’obiettivo è garantire al corpo la giusta quantità di macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) e micronutrienti (vitamine e minerali) per affrontare ogni momento del suo percorso nel migliore dei modi, compresa la terapia o eventuali interventi chirurgici.

Le proteine rivestono un ruolo essenziale, poiché sono indispensabili per il mantenimento della massa muscolare e per il sistema immunitario. La sarcopenia, ovvero la perdita di massa muscolare, è una condizione frequente nei pazienti oncologici e può compromettere l’autonomia e la capacità di recupero del paziente. Il piano nutrizionale mira quindi a garantire un adeguato apporto proteico, personalizzato in base alle necessità specifiche di ciascun paziente.

Anche l’apporto di grassi di qualità è fondamentale. I grassi forniscono energia e favoriscono l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E e K), tutte essenziali per il sistema immunitario. Contrariamente a ciò che si crede, i grassi non vanno eliminati, ma devono essere selezionati con cura, privilegiando le fonti di qualità.

Infine, la gestione dei carboidrati deve essere attenta e personalizzata, soprattutto nei pazienti con alterazioni metaboliche o resistenza insulinica.

Un approccio su misura per gestire i sintomi oncologici

Il piano nutrizionale personalizzato tiene conto dei sintomi che il paziente oncologico può manifestare durante la terapia. Sintomi come nausea, vomito, alterazione del gusto, stanchezza e mancanza di appetito possono influenzare pesantemente l’assunzione di cibo e la capacità di nutrirsi. L’obiettivo del Biologo Nutrizionista è quello di  garantire il corretto apporto di nutrienti, anche in presenza di sintomi debilitanti per coadiuvare la terapia cercando di gestire gli eventuali effetti collaterali sia per favorire un maggior stato di benessere che per aumentare la possibilità di protrarre nel tempo la terapia finchè necessaria.

Il piano nutrizionale personalizzato rappresenta una parte integrante del trattamento oncologico. Si tratta di un percorso dinamico e flessibile, che cambia e si adatta alle esigenze del paziente durante tutte le fasi della malattia. L’intervento nutrizionale inizia fin dalla diagnosi e si sviluppa nel corso della terapia attiva e del follow-up, garantendo il giusto apporto di nutrienti in ogni momento e per ogni necessità.

Con il supporto di un Biologo Nutrizionista esperto, è possibile costruire un piano alimentare su misura, gestire gli effetti collaterali delle terapie oncologiche e garantire una migliore qualità della vita. Un piano nutrizionale personalizzato non è solo una scelta di salute, ma un vero e proprio alleato durante un  percorso oncologico.

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Il ruolo del Biologo Nutrizionista nella nutrizione oncologica

Il Biologo Nutrizionista gioca un ruolo di importanza cruciale nel percorso di cura del paziente oncologico. A differenza di altri approcci standardizzati, il supporto nutrizionale fornito da questo professionista si basa su scientificità, personalizzazione e controllo continuo. La nutrizione oncologica non è semplicemente “mangiare meglio”, ma significa garantire che il paziente riceva un apporto nutrizionale adeguato e personalizzato in ogni fase del trattamento, dalla diagnosi fino al follow-up.

Il Biologo Nutrizionista non si limita a elaborare un piano alimentare, ma accompagna il paziente lungo tutto il percorso terapeutico. Ogni fase della malattia richiede un approccio diverso, poiché le esigenze nutrizionali possono cambiare a seconda del tipo di tumore, delle terapie in corso e delle condizioni generali del paziente. Il supporto nutrizionale deve essere dinamico e flessibile, con un monitoraggio continuo e costante per adattare il piano alimentare in base ai progressi o agli ostacoli riscontrati.

Una figura centrale in un team multidisciplinare

Il Biologo Nutrizionista spesso interagisce e integra la sua attività con quella dell’equipe oncologica, che comprende medici oncologi, chirurghi, infermieri, psicologi e altri specialisti. Questa collaborazione multidisciplinare garantisce un supporto completo e coerente per il paziente.

Il nutrizionista, una volta noto il  piano di trattamento globale, agisce adattando la strategia nutrizionale in base ai protocolli oncologici adottati (chemioterapia, radioterapia, interventi chirurgici o immunoterapia). Per esempio, se il paziente deve affrontare una chirurgia gastrointestinale o una terapia che provoca alterazioni del gusto, il Biologo Nutrizionista modifica il piano alimentare per garantire il corretto apporto di nutrienti per prepararsi all’intervento e poi per favorire il recupero del corpo post-intervento.

Il rapporto diretto con il paziente e la famiglia consente al nutrizionista di spiegare in modo chiaro e semplice le scelte alimentari e le strategie da adottare anche a domicilio. Questo aiuta il paziente a sentirsi più coinvolto e consapevole, riducendo la sensazione di isolamento e migliorando la qualità della vita.

Personalizzazione del piano nutrizionale

Uno degli aspetti più importanti del ruolo del Biologo Nutrizionista è la personalizzazione del piano nutrizionale. Ogni paziente ha esigenze nutrizionali uniche, che dipendono da fattori specifici come:

  • Il tipo di tumore (tumore al colon, al seno, ai polmoni, ecc.)
  • Il tipo di trattamento oncologico (chemio, radio, immunoterapia)
  • La presenza di effetti collaterali (nausea, vomito, diarrea, alterazione del gusto)
  • La presenza di patologie preesistenti (diabete, insufficienza renale, obesità)
  • La composizione corporea e la presenza di sarcopenia o cachessia

Il Biologo Nutrizionista, dopo una valutazione approfondita dello stato nutrizionale del paziente, elabora un piano nutrizionale su misura. L’obiettivo principale è mantenere la forza muscolare, prevenire la perdita di massa e struttura  e agevolare l’efficacia dei trattamenti oncologici.

Il piano alimentare è flessibile e viene costantemente aggiornato in base alle condizioni del paziente. Se, ad esempio, il paziente manifesta alterazioni del gusto dovute alla chemioterapia, il nutrizionista propone alimenti più saporiti o con aromi naturali per stimolare l’appetito. Se il paziente soffre di nausea e vomito, il piano prevede pasti piccoli e frequenti, con alimenti leggeri e facilmente digeribili.

Prevenire la malnutrizione: un obiettivo primario

La prevenzione della malnutrizione è una delle priorità del Biologo Nutrizionista. La malnutrizione, infatti, non si manifesta solo come perdita di peso, ma anche come sarcopenia (perdita di massa muscolare) o come cachessia oncologica, una condizione complessa in cui il paziente perde sia peso che muscolatura.

Il Biologo Nutrizionista, attraverso la valutazione dello stato nutrizionale, è in grado di individuare precocemente i segnali di rischio di malnutrizione e di agire con un piano di intervento mirato. Grazie all’uso di strumenti come la bioimpedenziometria (BIA), è possibile valutare la composizione corporea e monitorare nel tempo la massa muscolare, la massa grassa e l’acqua corporea.

Se necessario, il nutrizionista può ricorrere a integratori nutrizionali, garantendo che il paziente riceva i nutrienti essenziali anche in caso di disfagia o malassorbimento.

Migliorare la tolleranza ai trattamenti oncologici

Il supporto nutrizionale offerto dal Biologo Nutrizionista non si limita a prevenire la malnutrizione, ma mira anche a migliorare la tolleranza ai trattamenti oncologici. I farmaci utilizzati durante la chemioterapia e la radioterapia possono provocare effetti collaterali debilitanti (nausea, vomito, diarrea, infiammazione delle mucose, alterazione del gusto) che compromettono l’appetito e la capacità del paziente di alimentarsi.

Il Biologo Nutrizionista, in questi casi, adatta il piano nutrizionale introducendo alimenti specifici che riducono l’impatto degli effetti collaterali. Se la nausea limita l’assunzione di cibo, vengono proposti pasti leggeri e piccoli, consumati in momenti specifici della giornata. Se la disfagia ostacola la deglutizione, il nutrizionista adotta soluzioni come consistenze morbide e omogeneizzate, consentendo al paziente di nutrirsi con meno difficoltà.

Grazie a queste strategie, il paziente riesce a mantenere il peso corporeo, a ridurre il senso di affaticamento e a completare i trattamenti oncologici senza interruzioni.

Conclusioni

La nutrizione oncologica rappresenta un pilastro fondamentale nel percorso di cura del paziente oncologico. Non si tratta solo di “mangiare bene”, ma di fornire al corpo i nutrienti essenziali per affrontare la malattia e i trattamenti oncologici nel modo migliore possibile. Ogni paziente è unico e, per questo motivo, la nutrizione oncologica deve essere personalizzata e dinamica, adattandosi ai continui cambiamenti metabolici e clinici che si verificano nel corso della terapia.

Il supporto del Biologo Nutrizionista diventa essenziale in questo percorso. Grazie alla sua competenza e alla collaborazione con il team oncologico, il nutrizionista è in grado di prevenire la malnutrizione, garantire la conservazione della massa muscolare, gestire gli effetti collaterali delle terapie oncologiche e migliorare la qualità della vita del paziente. Il suo ruolo va oltre la semplice elaborazione di un piano alimentare: accompagna il paziente e la sua famiglia con un monitoraggio continuo e una costante educazione alimentare, garantendo supporto e sicurezza durante tutte le fasi della malattia.

Un piano nutrizionale personalizzato non solo aiuta il paziente a mantenere la forza fisica e la tolleranza ai trattamenti, ma può anche contribuire a migliorare la risposta alle cure oncologiche. Grazie a una strategia mirata, il paziente si sente più forte, più autonomo e più motivato ad affrontare il percorso oncologico.

Se stai affrontando una malattia oncologica o desideri migliorare il supporto nutrizionale durante il trattamento, non lasciare che l’improvvisazione comprometta la tua salute. Affidati a Nutrizionista.Bio e ai suoi professionisti esperti. Riceverai un piano nutrizionale su misura, progettato sulle tue esigenze e sui tuoi obiettivi di salute. Con il supporto costante di un Biologo Nutrizionista, potrai affrontare ogni fase del percorso oncologico con la forza e la sicurezza di avere al tuo fianco un alleato esperto e competente.

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